Riflessioni di 5 anni in viaggio

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Ho ripensato molto in questi mesi alle scelte che ho fatto negli ultimi anni, precisamente da quando avevo un posto di lavoro fisso a tempo indeterminato e ben pagato, e un giorno decisi che era arrivato il momento di stravolgere la mia vita e le mie abitudini.

Una mattina di febbraio 2009 entrai nell’ufficio del mio capo, lettera di dimissioni in mano. Vado a vivere in Spagna e cercare fortuna all’estero.

Avevo un sogno ed ero riuscito a trovare il coraggio di mettere in moto quel desiderio di cambiare un percorso che sembrava già scritto.

Quella scelta è stata la più spaventosa, entusiasmante, formativa decisione che avessi mai potuto prendere. Mi piace pensare che ero su un treno con dei binari e un percorso già prefissato, e ad un certo punto questo treno ha deragliato e ho iniziato a seguire un altro percorso.

Riflessioni Gianluca Orlandi

Da quel giorno di febbraio del 2009 ho viaggiato in più di 20 paesi e vissuto a Londra e in Spagna, imparato diversi lavori, sono tornato a casa e sono ripartito.

Mi sono fermato più volte, fisicamente, ma la mia testa continuava sempre a viaggiare e voler ripartire. Come se volesse imparare ogni volta qualcosa di nuovo. Mi hanno chiamato viaggiatore, nomade, pazzo ma credo in tutto questo tempo di aver semplicemente seguito il mio istinto.

È un percorso strano il mio, ed è probabilmente per questo che mi spaventa a volte; mi chiedo spesso dove sto andando ma so che non è facile rispondere a una domanda del genere. Vivo molto alla giornata, e un giorno sono convinto di una cosa e il giorno successivo di un’altra.

Spaventa perché in Italia le aspettative della società sono: vai a scuola, trovi un lavoro, ti sposi, compri casa e fai un figlio. Ogni deviazione è considerata fuori dalle righe; Fai così, lo fanno tutti! oppure Ma sei pazzo? Non è normale quello che stai facendo. sono frasi che mi sento ripetere spesso.

Non so perché ma ho la percezione che tante persone mi guardano come un folle che decide di fuggire da qualcosa, ma non sto scappando da niente e da nessuno. Semplicemente ho capito che la vita è corta e fra qualche anno voglio riguardare indietro e pensare ai cambi di direzione improvvisi che hanno aggiunto quel pizzico di pazzia alla mia gioventù.

Ma nonostante questo sono un po’ confuso. Al momento sto cercando di capire quale strada seguire e spesso penso che sarebbe bello ripartire e provare le stesse emozioni di quando mi sono ritrovato da solo a cercare lavoro in Spagna, oppure vagare per le strade di Londra senza una meta.

Ma non sarebbe la stessa cosa adesso, che dopo cinque anni di viaggi ho imparato ad arrivare in città sconosciute e ad avere quell’esperienza necessaria per capire in fretta le linee di mezzi pubblici, conoscere le zone meno turistiche e sapere in quale bar o ristorante conviene andare per spendere meno. L’adrenalina di essere da solo senza conoscere nessuno e iniziare pian piano ad inserirsi in un nuovo contesto.

Sono vecchie emozioni che ho provato e che forse non torneranno, e allora credo che valga la pena fare un ulteriore passo in avanti in quel percorso tutto mio iniziato con le dimissioni in quel lontano giorno di febbraio del 2009.

Ora sto provando a seguire un percorso non facile, quello del nomade digitale, sto cercando di mettere a frutto l’esperienza lavorativa acquisita a Londra e avviare un business online tutto mio.

Non so se ci riuscirò, probabilmente dovrò risalire provvisoriamente su quel treno da dove sono sceso più volte ed è questo forse quello che più di ogni altra cosa mi spaventa. Ma come ho imparato a fare in questi anni, meglio provarci e non avere nessun rimpianto.

Volere andare è stata sempre la motivazione che mi ha spinto a chiedere di più da me stesso, a cambiare lavoro, a stravolgere situazioni sicure create dopo anni di sacrifici, ma in cui puntualmente non mi trovavo più. Ho scelto di fare un viaggio personale, contro ogni buonsenso che la cultura italiana cercava di impormi.

Ma adesso sono fermo da troppo tempo e sono un pò preoccupato; nonostante i viaggi di questi mesi ho sempre scelto di tornare a casa, in Italia. Mi chiedo ogni giorno perché ma una risposta la troverò solo fra qualche mese o anno, e allora non mi resta che seguire ancora una volta il mio istinto. Oggi la penso così, domani potrei cambiare di nuovo idea e ripartire verso altre mete.

Quale sia il punto di arrivo di questo particolare viaggio che sto facendo non lo so ancora; per ora non mi resta che proseguire il mio strano percorso e seguire di volta in volta ogni indizio, colpo di fortuna, sfortuna, intuito e tutto quello che mi capita sulla strada, qualunque essa sia.

Una cosa credo comunque di averla imparata; quando cominci a viaggiare puoi anche essere fermo in un luogo per diversi mesi, ma il tuo spirito non lo fermi più. Vorrà sempre ripartire, trovarsi in situazioni nuove e provare sensazioni mai avute prima; sarà sempre libero perché ha capito finalmente che andare e lasciare tutto alle spalle non è poi così difficile come sembrava. E pensare che volevo solo fare un’esperienza all’estero.

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